Nei primi due anni della scuola primaria il bambino dovrebbe riuscire ad automatizzare la letto-scrittura e alla fine del terzo anno dovrebbe aver automatizzato le abilità di base del calcolo e del numero. Se persistono tanti errori di lettura, scrittura e calcolo anche dopo il 2° e il 3° anno della scuola primaria è necessario effettuare un approfondimento diagnostico in centri specializzati. Tali errori possono essere considerati degli indici di rischio per lo sviluppo di un DSA.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) nella scuola italiana sono attualmente sottostimati, riconosciuti tardivamente o confusi con altri disturbi. Pertanto per agire a livello preventivo è particolarmente rilevante effettuare degli screening a partire dall’ultimo anno della scuola d’infanzia e istruire genitori e insegnanti a riconoscere gli indici di rischio.
Indici di rischio e fattori protettivi di un DSA
È importante conoscere quali sono le manifestazioni più comuni dei DSA, i cosiddetti campanelli d’allarme e i punti di forza:
Indici di rischio nella lettura
- Confondere lettere simili a livello grafico (m-n, b-d, p-q, a-e) o che suonano simili (t-d, f-v, p-b)
- Invertire le lettere (introno per intorno), ne omette o ne aggiunge
- Commette errori di anticipazione, legge le prime lettere e poi tira a indovinare -Salta le righe o le parole
- Legge lentamente o sillabando
Indici di rischio nella scrittura
- scambiare suoni visivamente simili per forma (m-n, b-d) o suono (p-b, f-v)
- opera riduzioni del gruppo consonantico (pota per porta)
- compie fusioni o separazioni di parole (lape per l’ape)
- omette lettere, sillabe o parti di parole o ne aggiunge
- compie errori ortografici
- tratto grafico poco leggibile, difficoltà in corsivo
- errori nei compiti di copiatura
- può usare lo spazio in modo non armonico
Indici di rischio nell’ambito dei numeri e del calcolo
- fa confusione tra i simboli matematici, sbaglia a scrivere i numeri
- difficoltà nell’enumerazione, nei cambi di decina e/o omette numeri
- difficoltà nei calcoli rapidi e nelle tabelline
- problematicità nelle procedure (calcoli in colonna e nelle espressioni)
- difficoltà nella gestione dello spazio con problemi nell’incolonnamento
- difficoltà nella risoluzione dei problemi nonostante l’integrità delle capacità logiche
Altre difficoltà di un DSA
- riconoscere destra e sinistra e le confonde
- memorizzazione e recupero di sequenze (giorni della settimana, alfabeto, elenco)
- nel dire l’ora e nel leggere il l’orologio analogico
- in compiti di memoria a breve termine
- memorizzazione termini specifici delle discipline, date, epoche storiche, elementi geografici
- orientarsi nello spazio e nel tempo
- motorie fini e impaccio motorio (allacciarsi le scarpe o i bottoni)
Punti di forza di un DSA
- capacità di memorizzazione per immagini
- approccio inusuale e diverso alle materie scolastiche
- capacità di fare collegamenti non convenzionali
- creatività e capacità di produrre facilmente nuove idee
- propensione alla selezione di argomenti in una discussione
- abilità nella soluzione dei problemi che richiedono di immaginare soluzioni possibili
Contrariamente a quanto si pensa nel gergo comune i ragazzini con DSA hanno dei punti di forza, uno di questi è appunto l’intelligenza. Spesso si credono “stupidi” perché cadono nelle prove più semplici, più banali e proprio perché sono intelligenti si rendono conto delle difficoltà a cui vanno incontro e non riuscendo a trovare una spiegazione alternativa si sentono inadeguati.
Inoltre, sono spesso creativi e apprendono per immagini, ciò significa che non traggono giovamento dal metodo di insegnamento tradizionale, ma riescono meglio con un metodo di insegnamento che utilizza contemporaneamente più canali di apprendimento: visivo-verbale, visivo non verbale, uditivo e cinestesico. Proprio per questo motivo si parla di didattica inclusiva, ovvero una didattica che vada bene per tutti.
La diversità può essere vista come una risorsa. Se partiamo dal presupposto che tutti i bambini sono tra loro diversi, la diversità può essere intesa come punto di forza e si può evidenziare l’esistenza di stili di apprendimento diversi, che si basano sulle caratteristiche di ognuno, sulle proprie peculiarità (documento dell’UNESCO «Good Pedagogy – Inclusive Pedagogy» 2000).