Aldilà delle possibili resistenze nel verbalizzarlo, ci può essere una vera difficoltà a restare soli. Se ci guardiamo attorno e chiediamo a qualcuno o a noi stessi: “Tu hai paura della solitudine? Di restare solo?”. Spesso la risposta che sentiamo arrivare: “ma, no.. sto così bene da solo/a!”. Se abbiamo un interlocutore un po’ più consapevole spesso sentiamo una risposta del tipo: “Beh dipende, stare a casa da solo/a e avere momenti per me mi fa star bene, però l’idea di stare da solo tutta una vita non mi piace un granché!”
La difficoltà a restare soli come problema temporale
È proprio questo il punto! Quando si parla di solitudine, il problema, il più delle volte, non è avere delle sere o intere giornate libere dove ci si dedica a se stessi, ma la dimensione temporale! Per quanto tempo devo stare da solo/a? L’essere single i più non lo vivono molto bene, proprio per questa dimensione temporale. Se si sapesse che è soltanto una parentesi di mesi o anche 1 anno ma che poi ci aspetta una relazione importante, vivremmo questa parentesi con molta più tranquillità, libera dai mille dubbi sul futuro.
Perché abbiamo difficoltà a restare soli?
Abbiamo innumerevoli condizionamenti che ci fanno vivere male la solitudine, il restare soli. Da un punto di vista evoluzionistico ci siamo evoluti per vivere in gruppo, all’interno di una rete sociale dove ognuno ha un suo ruolo. Quindi in caso di difficoltà ognuno può contare sull’aiuto di qualcun altro.
Da un punto di vista culturale/famigliare ci è stato da sempre inculcato di avere amici, avere un compagno/a, fare una famiglia e avere una prole di cui prendersi cura, in modo che un giorno si prenderà lei cura di noi. All’interno delle stesse famiglie, genitori che hanno paura della solitudine e di trovarsi da soli trasmetteranno, anche in maniera inconsapevole, questa stessa paura ai figli. Quella che viene definita la “trasmissione intergenerazionale” dei propri traumi o vissuti emotivi. Per di più, se sin da piccoli non abbiamo sperimentato all’interno della famiglia un senso di sicurezza, vivremo i momenti di separazione dalle figure di riferimento come dei veri e propri abbandoni e lo stare da soli con un forte senso di angoscia. Come possiamo osservare la situazione è di per sé molto intricata!
Quando restare soli diventa un problema?
Se non abbiamo coltivato nel tempo un buon livello di consapevolezza dei nostri meccanismi di funzionamento e non abbiamo il coraggio di sfidarli, quando occorre, rischiamo di vivere una vita schiavi da questi condizionamenti senza neanche accorgercene. Allora possiamo osservare coppie che stanno insieme, pur non sopportandosi più, per paura di stare da soli e ricominciare da capo.
E quindi dove sta la scelta?
In questi casi non mi do alcuna scelta! Lo stare insieme non è più qualcosa da rinnovare e conquistare ogni volta, ma qualcosa di dato per scontato e una sicurezza a cui non voglio rinunciare.
Come possiamo supere la paura di stare da soli?
Dandoci una scelta! Iniziando quindi a intravedere anche altre possibilità oltre lo stare insieme a qualcun altro, permettendoci anche di stare da soli. Possiamo esplorare questa dimensione della solitudine e vedere com’è, annientando le paure che ci spingono verso una nuova relazione, anche se non è quello che vogliamo e anche se non siamo pronti.
Partiamo dall’ascolto di noi stessi, delle nostre paure e aspettative. E da qui mettiamo le basi per il grande lavoro di indipendenza affettiva.
Per un approfondimento sugli effetti psicologici dell’isolamento in epoca covid puoi leggere il seguente articolo https://www.psicologi-italia.it/psicologo/sara-appoloni/web/articolo-3339.html