John Bowlby è il primo psicologo che, sul finire degli anni ’60 del secolo scorso, approfondisce lo studio del legame tra il bambino e il suo caregiver, la sua principale figura di attaccamento.
Secondo l’autore, questo legame “è un bisogno primario di vicinanza fisica ed emotiva che, in ogni individuo e in una cornice di sviluppo, perdura dalla culla alla tomba”.
Lo stile di attaccamento si sviluppa dalla capacità del caregiver di rispondere “in modo sufficientemente buono” alle richieste di vicinanza e protezione da parte del bambino.
Lo sguardo sul mondo, e lo stare insieme agli altri dell’adulto è fortemente influenzato dal tipo di “relazione di attaccamento” avuto da piccolo.
Mary Ainsworth, psicologa canadese, allieva di John Bowlby, negli anni ’70 delinea
I 4 tipi di attaccamento:
Stile sicuro:
Tipico di bambini che hanno avuto accanto nei loro primi anni di vita, una figura di caregiver sensibile ai loro bisogni. Sono quei bambini che cresceranno sicuri di se stessi e tranquilli nell’affrontare il mondo. In questo caso si verifica un corretto bilanciamento fra esplorazione dell’ambiente e vicinanza al genitore. Questa viene definita la situazione ideale dal punto di vista psicologico.
Stile evitante:
Questo è uno stile che si forma quando il genitore è incapace di comprendere i bisogni del bambino. Non risponde adeguatamente alle sue richieste soprattutto in situazioni di stress (l’allontanamento, nella Strange Situation). Questi genitori desiderano che i loro bambini imparino a prendersi cura di se stessi, incentivando un comportamento di autonomia e autosufficienza affettiva. Tale atteggiamento provoca nel bambino un comportamento di allontanamento, dettato dalla cognizione di non aver bisogno del caregiver per il proprio benessere.
Stile ansioso/ambivalente:
i bambini ambivalenti hanno genitori “incostanti”, che rispondono ai loro bisogni con una imprevedibilità, che causa grande confusione nel bambino, perché non saprà mai cosa aspettarsi dal caregiver.
La reazione di questi bambini dettata da grande sfiducia, è spesso disperata e contrastante, se la madre si avvicina per consolare il suo pianto lui si allontanerà, viceversa in assenza della mamma la cercherà continuamente e disperatamente.
Stile disorganizzato:
Tipico di bambini che hanno una relazione con il genitore spaventata/spaventante. Infatti il caregiver è visto allo stesso tempo come fonte di protezione ma anche di allarme. Tale figura lo terrorizza, così da non sapere se avvicinarsi o allontanarsi. In questa situazione il bambino piangerà e si butterà a terra al ritorno dei genitori, per poi allontanarsi subito dopo il loro arrivo. Questa coppia bambino-caregiver fallisce nell’organizzazione del comportamento di attaccamento.
In conclusione
La relazione terapeutica è uno strumento utile per comprendere il proprio stile di attaccamento e modificarlo grazie alla costruzione di una buona alleanza terapeutica che può fungere da base sicura per i rapporti futuri.