L’estate per i più rappresenta la stagione delle tanto attese ferie. Che si scelga di trascorrerle al mare o in montagna, poco importa, l’importante è “staccare”. Eppure l’estate porta con se anche lo stress dei lavori stagionali che vedono, in questo periodo, la loro massima espressione e mole di lavoro. A tanto lavoro corrisponde altrettanto carico di stress con diverse espressioni di malessere e disagio.
QUALI GLI STRESS DEI LAVORI STAGIONALI?
I lavori stagionali più esposti ad un carico di stress, sono quelli che hanno a che fare con il pubblico all’interno di servizi quali la ristorazione, balneazione ed intrattenimento per bambini. Il motivo è molto semplice: si ha a che fare con clienti in vacanza o comunque in ferie, quindi più esigenti. Da sfatare il mito secondo cui in vacanza siamo più rilassati. Questo è vero ma non sempre vale quando interagiamo col personale che in quel momento è al nostro servizio.
Ecco dunque che al cameriere rivolgiamo le richieste più disparate, pretendiamo dei confort sotto l’ombrellone non previsti e ci aspettiamo che i nostri figli tornino dal centro estivo puliti e lindi come li avevamo lasciati. Talvolta si è spinti ad esser così tanto esigenti, in virtù del fatto che tali servizi hanno un costo e quindi si hanno delle aspettative di soddisfazione elevate.
“Se pago pretendo” è uno slogan condivisibile se non fosse per i modi, spesso arroganti, che quel motto ci porta ad avere.
QUALI GLI SCENARI DI STRESS DEI LAVORI STAGIONALI?
Vorrei qui portare come esempio, alcuni scenari ai quali ho personalmente assistito, nelle tre categorie sopra citate.
1. RISTORAZIONE
Se sdraiati in riva al mare accusiamo il caldo, figuriamoci cosa devono provare chef ed aiuto cuoco in cucina! Eppure alle loro condizioni non pensiamo mai e, neanche a farlo apposta, a pranzo con 15 amici ordiniamo 15 cose diverse e ci lamentiamo pure se non arrivano tutte contemporaneamente, il tutto a pochi minuti dalla chiusura della cucina. Oppure chiamiamo venti volte il cameriere al nostro tavolo, chiedendogli ogni volta una singola cortesia, non curanti del caldo che anche lui sta accusando (ma non se ne lamenta certo con noi) e dei chilometri che gli stiamo facendo fare.
E per non risparmiare questo calvario neppure alla cassiera, non vogliamo chiedere lei di farci conti separati in cui ciascuno paga solo ciò che ha preso ma scorporando dal conto bottiglie d’acqua e caffè che verranno poi pagati a quote?! Certo che si, creando poi interminabili file alla cassa di persone che sbuffano e si lamentano del caldo ma non con i clienti che li precedono, bensì con la povera cassiera che sta cercando di mantenersi educata e disponibile.
2. STABILIMENTI BALNEARI
Anche in questo caso, riusciamo a dare il “meglio di noi stessi” con le richieste e pretese più disparate. Siamo capaci di lamentarci col gestore dello stabilimento se, nell’ombrellone accanto, un bimbo piange o ride troppo. Facciamo presente al bagnino che, nel nostro ombrellone in quarta fila, è troppo caldo (come se lui potesse alleviare il nostro disagio). Pretendiamo di piazzare il lettino nel bagnasciuga, incuranti del divieto. A rigor di logica sappiamo bene che tali pretese sono irrazionali. Eppure di fronte al “Pago quindi pretendo”, divengono legittime richieste che però accrescono il livello di stress degli operatori del settori, già alle prese con altri pensieri.
3. CENTRI ESTIVI PER BAMBINI
Molti genitori, per impegni di lavoro, scelgono di lasciare i propri figli presso centri estivi. E’ cosa nota che presso tali centri, ogni educatore provvede alla custodia di almeno 4 o 5 bambini. Ho personalmente assistito a scene in cui madri inferocite si scagliavano contro gli animatori per mere sciocchezze:
- “Mia figlia ha perso il suo elastico per capelli preferito, perché non l’avete trovato?”
- “Mio figlio, giocando, si è rotto i pantaloncini….ora li ripagate voi!”
- “A mia figlia avevo messo un vestitino carinissimo ma quando l’ho ripresa era sporco!”
Quali responsabilità hanno i poveri educatori in queste situazioni? Direi nessuna! Sono dinamiche che accadono quotidianamente in ogni famiglia con bambini. Eppure si ha la pretesa che ciò non accada presso un centro estivo dove invece, le possibilità accrescono. Starebbe piuttosto nel buon senso dei genitori, evitare preventivamente di esporre il proprio figlio a certe eventualità.
COME POSSONO PRESERVARSI GLI OPERATORI STAGIONALI?
Vista la durata della stagione, tendenzialmente per questi lavori non sono previsti giorni di riposo o se si, parliamo di un giorno alla settimana. Come possono dunque tutelarsi e scaricare lo stress accumulato durante giornate di lavoro stressanti?
- PIANIFICARE ATTIVITA’ DURANTE IL GIORNO LIBERO: per coloro che ne hanno la fortuna, sfruttare il giorno di riposo per fare attività piacevoli sarebbe di gran aiuto. Una giornata al mare, una gita, una cena con amici, qualsiasi cosa purché si possa dar un senso al tempo libero arricchendolo di esperienze piacevoli. So che la tentazione sarebbe quella di passar l’intera giornata sul divano a guardare serie tv ma ciò, a lungo andare, vi potrebbe generare un senso di frustrazione per aver perso del tempo e non aver fatto nulla di che.
- PIANIFICARE LE VOSTRE FERIE: potrebbe esser di stimolo e supporto, organizzare come trascorrere le vostre di ferie a fine stagione. Proprio quando le giornate sono più stressanti, aver in mente cosa vi aspetterà non appena la stagione sarà terminata, potrà motivarvi a stringere i denti ed avvicinarvi sempre più al vostro obiettivo.
- CONCEDERSI DELLE PAUSE: tra le poche fortune dei lavori stagionali, c’è forse quella di lavorare spesso in squadra. Organizzarsi con i colleghi per concedersi piccole ma frequenti pause durante il turno, sarà un modo per voi di distrarvi un attimo e poi riprendere un pò più carichi. La tendenza spesso è invece quella di tirare il più possibile la corda, ritenendosi indispensabili e non riuscendo a delegare alcun compito. Questo atteggiamento alimenta ancor più il livello di stress al quale siete già sottoposti. A volte basta una pausa caffè, uscire dalla cucina per qualche minuto, allontanarsi da bimbi urlanti ed ecco che, anche se per poco, ci siamo staccati da una situazione che ci stava inglobando.
Anche noi clienti dovremmo imparare a metterci di più nei panni dell’altro, ad esser più affabili con chi sta lavorando per il nostro benessere, mostrandoci comprensivi e un pò più empatici.
Impariamo dunque a ringraziare, non costa nulla ma supporta chi sta lavorando per noi.