Gestire un bambino con un Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività (DDAI o ADHD secondo l’acronimo inglese più conosciuto) di certo non è facile nè per i genitori nè per gli insegnanti. Al giorno d’oggi sempre più bambini soffrono di questa problematica. Si stima che circa il 5%* dei bambini soffra di tale disturbo, quindi basta entrare in un qualsiasi plesso scolastico di una scuola primaria e troveremo circa 1 bambino per classe.
Quali sono le caratteristiche principali dell’ADHD?
Le caratteristiche principali dell’ADHD sono la presenza marcata di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferiscono con il funzionamento o lo sviluppo. Quindi all’interno della stessa etichetta diagnostica possiamo trovare bambini con caratteristiche diverse, in base alla prevalenza di una componente o dell’altra. Per fornire maggiore chiarezza possiamo osservare la tabella seguente tratta da Fedeli e Vio (2016):
Bambino DISATTENTO | Bambino IPERATTIVO | |
Stato di allerta | È lento ad attivarsi | È impulsivo e precipitoso |
Motivazione | Appare apatico e disinteressato | Presenta numerose transizioni nelle attività, senza che vengano completate |
Ritmo | È in ritardo rispetto ai momenti di attività | È in anticipo rispetto ai momenti di un’attività |
Impegno/sforzo | Non mostra sufficiente impegno in relazione alle richieste | Manifesta impegno per poco tempo e in maniera dispersiva |
Emozioni | Appare triste e insoddisfatto | Ricerca gratificazioni immediate |
Inibizione | Non inibisce pensieri interferenti | Non inibisce comportamenti inappropriati |
Flessibilità | È lento nella generazione di nuove soluzioni dopo l’errore | Non riesce a cambiare strategia dopo l’errore ed è perseverativo |
Pianificazione | Pianifica parzialmente all’inizio, poi si perde lungo il percorso | Procede per prove ed errori |
Memoria di lavoro | Compie errori nella selezione dei dati da elaborare | Ha difficoltà nel mantenere attive le informazioni rilevanti |
Monitoraggio | Non è in grado di monitorare il proprio comportamento durante l’esecuzione di un compito | L’impulsività gli impedisce di attivare procedure di revisione, come il linguaggio interno |
Di fronte a questa varietà di sintomatologia come è meglio intervenire?
Per gestire al meglio un bambino con deficit di attenzione e/o iperattività gli interventi che riscuotono più successo sono quelli estensivi che includono tutte le persone coinvolte nella vita del bambino, quindi anche genitori e insegnanti. Per il bambino, in alcuni casi, può essere consigliabile un training cognitivo e metacognitivo o psicoterapia. Ad ogni modo il vero cuore della terapia è rivolto ai genitori e in seconda battuta agli insegnanti, le figure con le quali il bambino interagisce tutti i giorni.
Riuscire a comprendere i bisogni del bambino e i modi che ha per manifestarli può essere di grande aiuto agli adulti di riferimento, così da poter affrontare al meglio le sue richieste e i suoi comportamenti disfunzionali. Per questo è auspicabile un percorso di psicoeducazione o parent training ai genitori e una formazione anche agli insegnati.
Cosa può fare l’insegnante per gestire un bambino con ADHD?
- Predisporre un contesto facilitante
- Organizzare le attività in tempi di lavoro ridotto
- Organizzare il materiale e il lavoro scolastico
- Pianificare delle attività nel tempo libero o nelle situazioni di transizione
- Organizzare la lezione in modo strutturato
- Dare al bambino un ruolo all’interno della classe
- Coinvolgere la classe (tutoraggio, apprendimento cooperativo)
- Mettere il bambino in una postazione che lo aiuti a mantenere l’attenzione (quindi lontano da fonti di distrazione, come vicino alla finestra o alla porta, ma nemmeno in un luogo dove ne è totalmente privo, perché poi diventerebbe iperattivo andando alla ricerca di situazioni nuove o interessanti)
Quali sono le istruzioni utili per i genitori per gestire un bambino con deficit di attenzione e/o iperattività (ADHD)? Le osserviamo in 10 punti
- Dare indicazioni chiare e concise
- Specificare ogni cosa nel dettaglio, senza dare nulla per scontato
- Dire una cosa alla volta, evitare quindi “il fai questo e poi quello”
- Se vediamo che il bambino inizia un compito e poi divaga, proviamo ad accompagnarlo nella conclusione del compito, con delle sollecitazioni non troppo incalzanti
- Evitiamo di sostituirci al bambino, perché altrimenti capirà di non essere in grado di farcela da solo
- Dare poche regole ma farle rispettare
- Pianificare nel breve periodo una ricompensa qualora il bambino riesca a portare a termine un compito per lui difficile o noioso (es. dai che se finisci di fare matematica poi possiamo giocare insieme a quel gioco che ti piace)
- Non dare un premio se il bambino si comporta male, questo non vuol dire dare una punizione
- Premiare anche piccoli traguardi raggiunti anche se non sono la meta
- Fare uno sport di gruppo preferibilmente che comporti una certa disciplina (es. le arti marziali)
Non è facile gestire un bambino con disattenzione e/o iperattività, avendo a che fare con questa problematica tutti i giorni. Per questo un sostegno psicologico alle funzioni genitoriali può risultare molto utile per riequilibrare delle dinamiche ormai instaurate da tempo.
Puoi leggere un approfondimento su questa tematica su https://www.centroterapiacognitivak23.com/la-disattenzione-e-iperattivita-quando-diventano-un-disturbo/
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* secondo l’APA (l’American Psychiatric Association)