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Mi prenderò cura di te

Il titolo di questo articolo si rifà alla canzone “Mi prenderò cura di te” di Qua Solo che è davvero un inno all’amore, un amore romantico, quasi surreale. L’inizio è davvero molto poetico:

Mi prenderò cura di te
Delle tue nostalgie
Al mattino appena alzati
Il caffè caldo nelle vie
Mi prenderò cura di te
Per quei tuoi modi di fare
Svegliarmi con un bacio
Immaginarci già all’altare
Mi prenderò cura di te […]

Qua Solo

Sono parole bellissime e molto significative quando siamo trasportati dal fuoco della passione, con il cuore aperto e gli occhi sognanti, proiettati verso un futuro di promesse d’amore della serie “due cuori e una capanna”! Ci sentiamo connessi con il cuore dell’altro e di riflesso la nostra mente e il nostro corpo all’unisono iniziano a sintonizzarsi e a trasmettere a un’unica frequenza, un allineamento davvero perfetto! Questa è la magia dell’innamoramento, due mondi che si incontrano e dal loro incontro avviene un’esplosione che distrugge e crea nuovi equilibri, destabilizza e al tempo stesso risucchia tutto ciò che orbita lì attorno.

L’amore: una forza generatrice

Come scriveva Dante: “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, l’amore è una forza propulsiva davvero potente, in connessione con l’intero universo; o come affermava Freud paragonando l’eros – quindi l’amore – alla “pulsione di vita”. Tutto intorno a noi è vita e gode di quell’energia arcaica insita in ogni cosa; quindi, tutto intorno a noi è amore! Se ci pensiamo bene da un atto d’amore tra due persone nasce una nuova vita e in qualche modo accade così anche in natura. Tutto ciò che è amore, è in armonia con l’universo e diventa un atto bellissimo. Se potessimo immortalare e vedere a velocità aumentata la nascita di un fiore e il suo sbocciare, rimarremmo sbigottiti nel prendere atto dello spettacolo meraviglioso che si rinnova ogni giorno proprio sotto i nostri occhi.

L’amore è una forza generatrice davvero meravigliosa ma non è da confondere con l’innamoramento. Nell’innamoramento c’è in nuce quello che poi potrà trasformarsi in un sentimento d’amore. L’innamoramento è la fase iniziale dell’amore, è quella spinta che occorre per attivare un processo, per mettere le basi su cui poi si potrà fondare l’amore. È quindi un preludio necessario, ma ciò non vuol dire che tutti gli innamoramenti si trasformino necessariamente in amore. L’amore è qualcosa di molto più raro di un innamoramento che per quanto intenso e totalizzante può avvenire più di frequente e anche con persone con le quali non potrà mai nascere qualcosa di più profondo e duraturo.

Dall’innamoramento all’amore

Quando ci sentiamo innamorati viviamo di attimi, tutto di noi è focalizzato sull’altro e si perdono di vista tutte le altre cose o persone della nostra vita, che in quel momento è come se perdessero di importanza. In quel momento lì tutto è perfetto, ci sentiamo onnipotenti, pronti a conquistare il mondo, pieni della presenza e dell’amore che viene dall’altro e di questa reciprocità. In quei momenti facciamo caso a tutti quei segnali che confermano la specialità di quel rapporto, a tutte quelle volte in cui l’uno finisce le parole dell’altro o si pensano o dicono le stesse cose o ci si sente capiti ancor prima di proferire parola. È davvero qualcosa di magico, ma non è attribuibile alle qualità dell’altro, ma alla dinamica incantevole e “prepotente” dell’innamoramento!

Nell’innamoramento tutta questa magia ci porta a idealizzare l’altro e quindi tendiamo a dare molto peso alle qualità positive e ai momenti di coinvolgimento emotivo e a trascurare i difetti e i momenti di non-sintonizzazione. Questa prima fase in base alla ricerca scientifica può durare da circa 1 anno e raramente estendersi fino ai 3 anni. Nel tempo, le farfalle nello stomaco e la grande passione viene meno e inizia una vera conoscenza dell’altro.

Quindi dall’idealizzazione si passa a una fase di disillusione transitoria che ci permette di vedere l’altro per come è davvero e quindi integrare le qualità con i difetti, in un quadro molto più realistico sia dell’altro che della relazione con l’altro; complice anche la ripresa delle normali attività della vita quotidiana. Questa è una fase molto delicata perché da come viene metabolizzata da entrambi si può andare o verso la delusione (ovvero, il rendersi conto di aver malriposto tutte le aspettative e proiezioni) o verso l’amore (ovvero, il prendere atto che nonostante tutti quei difetti e mancanze, l’altra persona è perfetta e non potremmo mai rinunciarci).

Intoppi nella fase dell’innamoramento

Non sempre avviene tutto in maniera così lineare, ci sono situazioni in cui le persone – che solitamente hanno avuto un attaccamento di tipo traumatico* – si bloccano nella fase dell’innamoramento. Ciò può avvenire in diversi modi:

  1. Siamo stati così tante volte feriti dalle persone a noi più care che non ci diamo il permesso di innamorarci; quindi, la fase di innamoramento può durare anche solo poche settimane o non iniziare affatto e quando la frequentazione tende a concretizzarsi si maturano una serie di dubbi sulla relazione che ci portano ad allontanarci emotivamente dal partner, che in qualche modo percepiamo come pericoloso e non degno di fiducia. È entrata quindi in gioco una parte di noi, una sorta di “protettore”, che intende salvaguardare il nostro cuore da eventuali delusioni amorose, impendendoci però di metterci in gioco davvero in quella relazione. Con questi presupposti non ci sono molte chance affinché quella possa diventare una vera relazione d’amore.
  2. Rimaniamo bloccati nell’idealizzazione del partner, quindi anche se la relazione finisce nel giro di poco tempo, vuoi per impedimenti di vario tipo o per indisposizione di uno dei due, l’altro tenderà a continuare a pensare al potenziale partner “perduto” in maniera ricorsiva e ossessiva; esaltando di fatto le qualità e le sensazioni positive provate, dando ai fatti avvenuti e alla chiusura della relazione una connotazione romantica, del tutto idealizzata, non riuscendo ad integrare in un’immagine unitaria anche i suoi difetti e le cose che non ci piacciono.

Perchè ci blocchiamo nella fase di innamoramento?

Come per chi assaggia per la prima volta una droga che lo fa sentire bene, sensazione che ha una durata breve, così il nostro cervello rimane bloccato nel circuito della dopamina (il circuito della ricerca del piacere innescato questa volta dalla presenza elettrizzante dell’altro). Pertanto, anche se ci educhiamo all’astinenza, per esempio non vedendo più il partner “perduto”, nella nostra memoria è come se rimasse una traccia mnestica che andremo a rispolverare tutte le volte in cui vorremmo risentirci nuovamente così bene, come quando c’era lui/lei nella nostra vita. Inutile dire che questa è una vera e propria gabbia mentale, che si fonda su un castello di illusioni!

Tanto più la presenza dell’altro andrà ad assolvere un bisogno non soddisfatto nella nostra vita, tanto più il legame idealizzante sarà forte. Faccio un esempio; se nella mia vita mi sono mancate le attenzioni amorevoli di un genitore che mi facevano sentire speciale, tanto più farò fatica a lasciar andare qualcuno che va a colmare quella mancanza, facendomi quindi sentire desiderabile e speciale. Per di più finirò per attribuire erroneamente quelle qualità all’altro, restando ancora più dipendente dal pensiero dell’altro, quando difatti è già tutto dentro di noi, occorre solo imparare la combinazione che apre la cassaforte del nostro cuore.

La frase più che gettonata “Mi prenderò cura di te”

Tornando al testo della canzone, le frasi “mi prenderò cura di te” o “ti puoi fidare di me” sono frasi ad effetto, che ci fanno sciogliere e che ci portano, però, ad affidare la nostra salvezza/guarigione all’altro. Mi spiego meglio, è come aspettarsi l’arrivo del principe azzurro sul cavallo bianco che ci salvi, quando non possiamo demandare a qualcun altro questo onere, che è al tempo stesso un onore! Soltanto noi possiamo salvare noi stessi! Attenzione a chi si pone come “principe azzurro” o “crocerossina”, sebbene con le migliori intenzioni, non stanno facendo il nostro bene!

Se ci riflettiamo un attimo, è alquanto pretenzioso e irrealistico pensare che davvero l’altro possa prendersi cura di noi, sempre e comunque; essere sempre il suo primo pensiero e non possa mai commettere un errore nei nostri confronti. Questa è un’aspettativa incongrua nella vita adulta, la nostra “parte bambina” vuole essere amata in modo incondizionato dal nostro partner; vuole che sia perfetto, come se fosse un genitore, al quale affidarci e dal quale aspettarsi cura e protezione a prescindere. La vita adulta di coppia non può essere questo!

Eppure, quante volte abbiamo preteso questo tipo di amore totalizzante dal nostro partner e via a lamentarci tutte quelle volte in cui questo tipo di aspettativa viene disattesa. Come esseri umani commettiamo una miriade di errori, anche verso le persone che amiamo, questo non rende il nostro amore meno autentico e forte. La magia dello stare insieme sta proprio in questo, ritrovarsi – aldilà di tutti gli errori commessi – come semplici esseri umani in cammino verso la strada dell’amore e continuare a scegliersi ancora e ancora.

Questo articolo non ha la pretesa di essere esaustivo nel trattare un tema tanto complesso quanto ancora ignorato come l’AMORE; vuole solo dare uno spunto di riflessione da un punto di vista psicologico.

Se di interesse puoi leggere il prossimo articolo sui segnali indicatori della fine di una relazione, clicca qui.

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*attaccamento di tipo traumatico: il tipo di relazione tra il bambino e le proprie figure di riferimento non è stata sufficientemente prevedibile e rassicurante, per cui il bambino ha iniziato a percepire il genitore come fonte di pericolo.

Sono la Dott.ssa Sara Appoloni, psicologa, psicoterapeuta cognitivo comportamentale e mediatrice familiare. Terapeuta EMDR. Istruttrice di interventi basati sulla mindfulness in formazione ed esperta in mindfulness psicosomatica. Membro del direttivo regionale della Società Italiana Terapia Comportamentale e Cognitiva (2018-2021). Offro colloqui di psicoterapia e sostegno psicologico a bambini, adolescenti, adulti e coppie, sostegno alla genitorialità e mediazione familiare. Disponibile anche per la terapia online.

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