Gli studenti con “bisogni educativi speciali” ( B.E.S.) sono ragazzi/bambini che hanno necessità di attenzioni particolari durante il percorso scolastico. Possono essere seguiti anche solo per brevi periodi per motivi fisici, psicologici e sociali.
In sintesi, l’acronimo B.E.S. indica qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o di apprendimento, che necessita di un percorso finalizzato all’inclusione.
I bisogni educativi speciali (B.E.S.) comprendono:
- 🔹 le disabilità (tutelate dalla legge n.104/1992). Le disabilità motorie, le disabilità cognitive e l’ autismo vengono certificate dal Sistema Sanitario Nazionale. In questo caso è previsto l’affiancamento al bambino e/o ragazzo di un insegnante di sostegno e la creazione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI).
- 🔹I disturbi evolutivi specifici, (tutelati con la legge n.170/2010) includono:
- DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento)
- Disturbi del linguaggio
- ADHD (disturbo deficit di attenzione e iperattività)
- Disturbo delle abilità non verbali
- Disturbo della coordinazione motoria.
- 🔹 Lo svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale legato alla non-conoscenza della lingua/ cultura italiana e legato ad alcune difficoltà di tipo comportamentale e relazionale. Queste difficoltà possono essere segnalate dalla scuola, oppure dai Servizi Sociali Territoriali. In questo caso non è previsto un insegnante di sostegno, ma spetta alla scuola la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Il ruolo della famiglia e della scuola
L’interazione scuola / famiglia sarà alla base di ogni attività rivolta al sostegno e al superamento delle difficoltà degli studenti con “Bisogni Educativi Speciali” (B.E.S.). L’instaurarsi tra la scuola e la famiglia di un filo diretto, di un dialogo costruttivo e proattivo è il cardine per ottenere un risultato ottimale.
La scuola segnala alla famiglia le difficoltà del ragazzo. Li invita a rivolgersi agli specialisti del Sistema Sanitario Nazionale, oppure a specialisti di strutture accreditate per una valutazione psicodiagnostica.
Ricevuta la certificazione diagnostica, la famiglia potrà consegnarla alla scuola, al fine di attivare il protocollo che tuteli la disabilità del ragazzo.
Il ruolo della famiglia non finisce qui!
La famiglia può partecipare in modo attivo alla stesura del PDP o del PEI, proposto dall’istituto scolastico.
Inoltre, la scuola illustrerà alla famiglia gli strumenti compensativi e dispensativi utili nello studio a casa.
Questo lavoro congiunto viene svolto al fine aiutare il ragazzo e sostenere, anche a casa, la sua motivazione e l’impegno nel lavoro scolastico.
La cooperazione tra scuola e famiglia si traduce infine nell’inclusione del ragazzo nella vita scolastica e sociale. Con l’obiettivo di fargli acquisire maggior consapevolezza dei suoi punti di forza e di debolezza, accrescendone l’autonomia.
Cosa Fare
È indispensabile saper cogliere e riconoscere le specificità dei singoli studenti con “bisogni educativi speciali” (B.E.S.). Consentendo di orientarsi al meglio nel suo mondo, nei suoi comportamenti, nei suoi stati emotivi.
Ma, soprattutto bisogna tener sempre presente che la valutazione del bambino in esame non può assolutamente essere circoscritta ad una mera categoria di disturbi e disagi.
Piuttosto la valutazione si arricchisce e si serve del riconoscimento e dell’apprezzamento di tutte le sue preziose qualità che lo rendono unico!