In realtà non è possibile parlare di una causa che determina lo sviluppo di un DSA (disturbo specifico dell’apprendimento). Secondo il modello bio-psico-sociale si tratta di una concatenazione di fattori che concorrono all’espressione del disturbo.
Alcuni studi, però, dimostrano che coloro che sviluppano un DSA hanno un funzionamento cerebrale diverso rispetto a coloro che non lo sviluppano.
Basi neurobiologiche e aree cerebrali coinvolte nella Dislessia
Per quanto riguarda la Dislessia, ad esempio, studi più recenti (Cohen et al 2003) hanno mostrato che l’area critica è la regione occipito-temporale sinistra (regione della forma visiva delle parole). Essa fa parte di un circuito molto complesso di elaborazione delle informazioni visive che porta alla lettura e al significato. L’informazione passa prima nell’area del riconoscimento visivo delle parole (area occipitotemporale) e poi si diffonde rapidamente a vaste aree della corteccia cerebrale, soprattutto le aree del linguaggio nell’emisfero sinistro.
Rischio di Dislessia e corredo genetico
Vi sono almeno 6 regioni del genoma umano (sui cromosomi 1, 2, 3, 6, 15, 18) che influenzano il rischio di dislessia attraverso alterazioni nella migrazione dei neuroni (ectopie corticali). Nei dislessici si assiste ad una ipo-attivazione della regione temporale posteriore sinistra.
Contemporaneamente si può osservare un aumento di attività di un’area del lobo frontale.
Durante il processo di lettura i dislessici attivano poco l’area occipito-temporale sinistra, mentre si ha un incremento di attività in area parieto-temporale destra. In quanto il cervello del dislessico presenta connessioni temporo-frontali relativamente simmetriche a differenza dei soggetti di controllo.
Qual’è la causa dei DSA? La teoria del “doppio deficit”
Secondo la teoria del “doppio deficit” la lettura e la denominazione di oggetti sono in realtà funzioni che dipendono dalle stesse aree cerebrali (area temporo-occipitale sinistra) in cui si riscontra un deficit di attività funzionale nei dislessici (McCrory et al. 2005; Mayseless et al. 2010). Nonostante ciò, con un potenziamento cognitivo specifico e mirato è possibile osservare cambiamenti nel volume della sostanza grigia in bambini dislessici in seguito a intervento sulla lettura (Krafnick et al. 2011).
Aree cerebrali coinvolte nella Discalculia
La Discalculia può manifestarsi di vario tipo (Wilsone e Dehane, 2007):
- Verbale (aree perisilvane sinistra)
- Non verbale (solco intraparietale): senso del numero, quantità
- Spaziale (lobi parietali)
- Logica (lobi frontali): problem solving
Alcune aree cerebrali che coinvolgono il lobo parietale nei discalculici non sono attive, inoltre compare una riduzione della sostanza grigia in aree che coinvolgono il senso del tempo.
Causa dei DSA? Discalculia e senso del numero
Secondo Butterworth, Shalev et al. la discalculia evolutiva è un disturbo geneticamente determinato del “senso numerico”, cioè dell’abilità a rappresentare e manipolare le grandezze numeriche a livello non verbale, su una linea interna dei numeri.
Nello specifico permette di:
- – Riconoscere la numerosità
- – Cogliere le differenze di numerosità
- – Fare calcoli approssimati
- – Elaborare piccole quantità
- – Richiede una rappresentazione non verbale (analogica) della quantità numerica
La linea dei numeri spazialmente orientata si sviluppa durante la scuola primaria e richiede l’uso della memoria di lavoro e di capacità simboliche verbali.
Conclusioni
Pertanto, non si può parlare di una causa dei DSA, ma numerosi studi confermano la presenza di una base neurobiologica che spiega in parte l’insorgenza del disturbo. Ma nonostante ciò, abbiamo un cervello molto plastico, pertanto con dei potenziamenti specifici si possono creare nuove connessioni cerebrali. Ci sono molte variabili che si possono attivare al fine di aiutare un ragazzino con DSA nel trovare i suoi punti di forza e debolezza per poi poterlo orientare al meglio nello studio. Una di queste variabili è attivabile con la scuola attraverso dei programmi di inclusione scolastica che aiuti il ragazzino a sentirsi parte integrante del gruppo classe.