Cosa è la comfort zone?
La psicologia comportamentale la definisce come “La condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costante e senza percepire un senso di rischio”
Quale è la nostra comfort zone?
Tutti abbiamo la nostra comfort zone, per qualcuno è una stanza, o una abitudine quotidiana, per qualcun altro è rappresentata da un tipo caffè oppure una casa, persino una data persona o una situazione possono agire da comfort zone. Essa, dunque, è qualcosa di totalmente soggettivo.
Perché è così importante la comfort zone?
Dal momento che consiste in un comportamento, un ambiente, un rituale, una persona che conosciamo e che ci da sicurezza e stabilità, trovarsi nella propria comfort zone ci fa sentire sollevati, perché sappiamo in precedenza ciò che può accadere. È qualcosa che ci permette di mantenere un equilibrio stabile nella nostra vita.
Viceversa, trovarsi fuori dalla propria comfort zone può far aumentare i livelli di ansia e accrescere la sensazione di confrontarsi con situazioni rischiose, impossibili da gestire.
La comfort zone è un luogo veramente sicuro?
Non sempre però la comfort zone è un luogo “positivo” per noi.
Per esempio, un rapporto di coppia malfunzionante, ma consolidato da anni di convivenza, oppure un lavoro poco gratificante e insoddisfacente, ma che ci assicura una stabilità economica rappresentano situazioni scomode, negative per il nostro benessere psichico, ma in quanto ben conosciute, ci trasmettono una erronea sensazione di sicurezza e comfort.
Tali situazioni, in cui ci sentiamo rassicurati, anche se non siamo contenti, sono purtroppo molto frequenti e talvolta difficili da riconoscere.
Rimanere ancorati alla zona di comfort presenta il pregio di assicurare una stabilità nella vita, ma anche il difetto di bloccare la persona in una “staticità” che le impedisce di “buttarsi” nelle novità.
Nella maggior parte dei casi nel confrontarsi con un eventuale cambiamento, al di fuori della zona di confort prevale la tendenza ad immaginare lo scenario peggiore, l’ansia e la paura sopraggiungono e la persona decide di non rischiare il certo per l’incerto:“ se si sta bene così, perché cambiare?”.
Affidarsi ad una routine, eseguendo sempre le stesse cose è una scorciatoia che il cervello attua per non “sprecare” troppa energia. Essere in ansia, invece, aumenta i livelli di attenzione e di concentrazione e comporta uno spreco di energie che potrebbero essere utilizzare in altro modo.
Agire all’interno della comfort zone ci fa illudere della controllabilità del nostro futuro, ma è proprio così?
Ecco 5 motivi per abbandonare la propria comfort zone
Può sembrare utile rimanere al sicuro nella nostra “zona di conforto”, ma così si rischia di non andare avanti.
Ecco i 5 motivi per cui abbandonare la comfort zone può aiutarci nella vita quotidiana:
- È impossibile crescere se si rimane nella comfort zone.
- Abbandonare la comfort zone significa scoprire nuove potenzialità che non si pensava di avere!
- Sperimentare situazioni nuove significa essere più flessibili.
- Essere in situazioni nuove significa sperimentare emozioni diverse da quelle già conosciute.
- Agire al di fuori della comfort zone significa confrontarsi ed affrontare quelle emozioni di ansia/ preoccupazione (panic zone) che all’inizio possono far paura , ma che in realtà sono emozioni di base che tutta l’umanità sperimenta!
Cosa fare concretamente?
In linea di massima, le attività da introdurre nel nostro quotidiano per imparare ad uscire dal nostro guscio di sicurezza dovrebbero procurarci un “minimo di stress”: iscriversi ad un corso di ballo, andare a fare un aperitivo con un gruppo nuovo di amici, andare al cinema da soli….
Abbandonare la comfort zone significa interrogarsi su ciò che vorremmo fare e su quello ci piace fare, è quindi un lavoro di introspezione continuo!