Il lutto è un processo fisiologico che prevede il superamento di 4 fasi. Per superare un lutto è indispensabile affrontarlo, non si può evitare il dolore, ma dobbiamo passare attraverso di esso, per poi alla fine riuscire ad ancorarci ai ricordi piacevoli del defunto.
Una tra le innumerevoli preoccupazioni di chi si trova ad affrontare un lutto è la paura di dimenticarsi della persona cara.
In base alla teoria dell’attaccamento l’assenza di una figura di attaccamento porta ad uno stato di allarme e di attivazione dell’individuo che lo spinge a ricercare la persona cara, con il desiderio di fare qualunque cosa sia possibile pur di ottenerne la vicinanza e le cure. Quando i tentativi di ricerca falliscono, l’individuo in lutto sente una profonda tristezza e compare un sentimento di disperazione. Soltanto a questo punto si può procedere alla riorganizzazione della propria vita e ritornare alle attività abituali cercando e creando nuove relazioni.
Vediamo nel dettaglio le 4 fasi di elaborazione di un lutto
- Fase di stordimento e incredulità: solitamente ha una durata da qualche ora a una settimana, anche se nei casi di lutto complicato può durare anche molto. Predominano emozioni di rabbia e di dolore molto intense, assieme ad uno stato di shock ed incredulità. Chi ha subito un lutto non riesce quasi mai a comprendere quanto è accaduto. La perdita viene vissuta come troppo dolorosa e incomprensibile.
- Fase di ricerca e struggimento per la figura perduta: può durare alcuni mesi e talvolta qualche anno. La persona che ha perso definitivamente una figura affettivamente significativa comincia, anche se in modo discontinuo, a rendersi conto della realtà della perdita e perciò reagisce con angoscia e disperazione, ma dall’altro lato continua la sua insistente ricerca della persona perduta, rifiutando la consapevolezza della perdita e nutrendo dentro si sé la speranza che tutto possa tornare come prima.
Non avendo accettato l’irreversibilità della perdita, la rabbia gioca un ruolo cruciale, in quanto mobilita tutte le energie al fine di ricongiungersi con la persona cara. Perciò c’è la tendenza a ripercorrere con la memoria tutti i momenti passati insieme, in modo da mantenere vivida l’immagine e favorirne il ritrovamento, oppure la costante ricerca visiva della persona defunta, dirigendo la propria attenzione verso i luoghi, le stanze o quelle parti dell’ambiente più strettamente collegate al defunto. Sono inoltre frequenti delle dispercezioni visive e uditive, ovvero la sensazione di riconoscere il defunto tra la folla o di sentire la sua voce. Nei momenti in cui il dolore è molto acuto c’è il tentativo di richiamare il nome della persona che è venuta a mancare, con la speranza di favorirne il ritorno.
- Fase di disorganizzazione e disperazione: è data dalla presa di consapevolezza della definitiva assenza dell’altro e con essa si accompagnano sentimenti di disperazione e di apatia, che si possono esprimere attraverso l’isolamento sociale, la difficoltà di concentrazione, la mancanza di progettualità, i disturbi del sonno e dell’alimentazione. Questo rappresenta lo stadio più lungo e delicato del processo di elaborazione del lutto. In questa fase c’è la percezione di toccare il fondo, soltanto una volta toccato il fondo purtroppo ci si può rialzare! Questa fase di disperazione è anche accompagnata da uno stato di apparente disattenzione e disinteresse per tutto quello che accade attorno a noi. Molti sintomi che si provano in questo stadio sono molto simili ai sintomi di natura depressiva, ma in questo caso sono reattivi alla perdita. Anche molti anni dopo l’evento luttuoso può permanere una sorta di vulnerabilità al ripresentarsi di un umore depresso in prossimità dell’anniversario della morte o nei momenti che sarebbero stati significativi per il defunto come: compleanni, conseguimento di lauree, natale, matrimonio ecc.
- Fase di riorganizzazione: in questa fase si assiste al graduale recupero delle relazioni sociali e di interessi nelle varie attività. In questa fase si possono intraprendere anche nuove progettualità. Per coloro che sono immersi nel dolore delle fasi precedenti non c’è speranza per il futuro e vedono attorno solo buio e oscurità.
Ma infondo al tunnel che si sta attraversando, anche se al momento non ci possiamo credere, c’è luce e speranza! Se ci lasciamo accompagnare in questo percorso ci accorgeremo che non siamo soli e che c’è la possibilità di stare meglio!
Per far sì che il lutto abbia un decorso favorevole è necessario tollerare la sofferenza acuta, la ricerca più o meno consapevole del come e del perché è avvenuta la perdita, la rabbia contro chiunque possa sembrare il responsabile (che può essere riversata anche verso il defunto).
Soltanto accettando l’irreversibilità della morte si può arrivare poco a poco ad ammettere che la propria vita abbia bisogno di una svolta ed arrivare alla consapevolezza che si può imparare a vivere un nuovo mondo, una nuova quotidianità, nuove routine, nuove abitudini e scoprirsi anche capaci e competenti di fronte a delle abilità che non si pensava di possedere!